mercoledì 30 settembre 2020

Review party: La casa di sale e lacrime


Buon pomeriggio lettori! Oggi vi porto un review party che aspettavo davvero con tanta ansia! Infatti parlerò del bellissimo libro de: La casa di sale e lacrime edito dalla Fanucci che ringrazio per avermi fornito la copia ebook e cartacea.

Inoltre ringrazio Debora di "All in my world Debbyna" per aver organizzato l'evento!






Scheda tecnica:
Autore: Erin Craig
Editore: Fanucci editore
Genere: Fantasy/ Horror
Voto: ⭐⭐⭐⭐






 Annaleigh conduce una vita riservata e isolata a Highmoor nella casa di famiglia sulle coste rocciose di Salten, con le sorelle, il padre e una matrigna. Un tempo erano dodici, ma ora un inquietante silenzio rimbomba nelle grandi stanze, dopo che quattro vite sono state interrotte. Ogni morte è stata più tragica della precedente: un'epidemia, una caduta fatale, un annegamento, un tuffo insidioso... E nei villaggi circostanti corre voce che la famiglia sia stata maledetta. Ossessionata da una serie di visioni spettrali, Annaleigh è sempre più convinta che le morti non siano state solo un incidente. Tutte le notti fino al sorgere del sole le sue sorelle partecipano di nascosto a balli scintillanti, strette in eleganti abiti di seta e scarpine luccicanti, e Annaleigh non sa se cercare di fermarle o unirsi ai loro appuntamenti segreti per scoprire cosa sta succedendo. Perché con chi, o con cosa, stanno davvero ballando? Quando il coinvolgimento di Annaleigh con un misterioso ed enigmatico sconosciuto si intensifica, dandole nuovi elementi per scoprire la verità su ciò che sta distruggendo la sua famiglia, inizia una corsa contro il tempo per sciogliere l'oscuro enigma che coinvolge le sue sorelle, prima che venga rivendicata la prossima di loro.





 Avete presente il cartone di Barbie e le 12 principesse danzanti? Ecco, questo è un retelling piú macabro di quella storia.

Abbiamo 12 sorelle: Eulalie, Anneleigh, Camille, Ava, Octavia, Elizabeth, Halinor, Mercy, Verity, Rosalie, Ligeia e Lenore.
La loro famiglia è scossa da molteplici lutti, prima la mamma, morta sei anni prima della vicenda, poi Ava, morta di peste, subito dopo Octavia, successivamente Elizabeth.
A queste morti si aggiunge quella di Eulalie che apre il nostro romanzo, infatti la nostra Anneleigh ci racconta quello che accade durante il funerale.

In seguito alla morte della madre, il padre, Ortun Thaumas, si risposa con una domestica proveniente dal continente di nome Morella.

La famiglia regna su delle isole appartenenti alla gente del Sale, un popolo che celebra la divinità del mare Pontus, divinità che, come ci viene spiegato, esiste realmente assieme ad altri dei che vengono celebrati nelle varie parti del Continente e questo ci fa capire anche che nella storia ci saranno dei risvolti magici.

Tornando alla storia, la famiglia dopo anni di lutto decide di averne abbastanza e non osserverà le regole imposte dalla perdita di una persona cara (in questo caso Eulalie).
Proprio in questo contesto così triste Morella dà quella che sembra essere una bella notizia, è incinta!
Intanto Anneleigh si convince che la morte della sorella sia stata tutt'altro che accidentale  e inizia ad indagare.
Durante la festa dei 16 anni di tre sorelle gemelle, le ragazze si accorgono che nessuno vuol ballare con loro in quanto tutti credono che siano maledette, così, prese dallo sconforto, le ragazze si mettono a cercare un portale usato dagli dèi su suggerimento di Fisher, figlio della loro balia, per poter partecipare a dei balli sul Continente, dove nessuno conosce la "maledizione delle Thaumas".

Tra balli, morti e fantasmi la storia ci tiene incollati alle sue pagine, in un mondo fantastico che sa di favola ma che è anche un po' macabro!

La narratrice è Anneleigh, grazie a questo stile di narrazione riusciamo ad entrare all'interno del personaggio che viene descritto molto bene, una ragazza molto forte nonostante tutto quel dolore, capace di indagare e mettere in discussione tutto ciò che non le torna e soprattutto molto intelligente!
Mentre le altre sorelle a parte qualche tratto caratteriale non sono molto approfondite e questo mi è dispiaciuto un pochino perché mi sarebbe piaciuto che fossero un po' più protagoniste della storia, che le loro azioni potessero incidere sull'andamento dei fatti, piuttosto che focalizzarsi su Anneleigh, unica protagonista assoluta.

Molto interessanti sono le tradizioni del popolo del Sale come ad esempio quello della festa del vortice in cui i pescatori dopo mesi di pesca finalmente si fermano per riposare, o la tradizione del ridare al mare i corpi dei defunti perché per tradizione gli abitanti di queste isole sono appartenenti al sale oppure il fatto che si metta il sale anche nelle bevande dolci come la cioccolata calda.

Le descrizioni sono un punto forte di questo romanzo, quando descrive i tessuti degli abiti da ballo delle ragazze sembra quasi di poterli toccare e inoltre l'autrice crea un'aura da favola che però si sposa alla perfezione con la parte creepy della storia.

Questo romanzo mi è piaciuto davvero molto, ma c'è stato un argomento che mi ha fatto propendere per le 4 stelle piuttosto che 5.
Non mi è piaciuto il fatto che le magie siano trattate in modo un po' superficiale, ci sono dei personaggi che hanno dei poteri che non hanno nulla a che vedere con quello che gli compete, oppure anche il fatto che non ci viene spiegato molto sul continente e sugli altri dei oltre Pontus.
Il world building è stato un po' approssimato, soffermandosi solo sulla gente del Sale, mentre non sappiamo quasi nulla di tutto il resto se non sprazzi di quello che viene ad apprendere Anneleigh.

In conclusione  vi consiglio questo se cercate una favola horror leggera e senza impegno, si finisce in poco tempo, quindi magari potete leggerla tra "un mattone ed un altro" .


Voi lo avete letto questo libro? Cosa ne pensate?  

        























 

martedì 29 settembre 2020

Review party: Un anno con Agatha Christie- Poirot a Styles Court


 

Salve a tutti lettori e bentornati con un altro appuntamento di "Un anno con Agatha Christie", un evento che si terrà mensilmente per la durata di 1 anno in compagnia di alcuni dei gialli della famosa Agatha Christie.

Se vi siete persi la scorsa recensione di Poirot sul Nilo, vi consiglio di recuperarla, invece, quest’oggi vi parlerò del titolo: Poirot a Styles Court.





Scheda tecnica:
Autore: Agatha Christie
Editore: Oscar/ Mondadori
Genere: Giallo
Voto: ⭐⭐⭐⭐



 
Durante la Prima guerra mondiale un giovane ufficiale inglese ferito al fronte viene ospitato da un vecchio amico nella sua residenza di campagna. Il soggiorno nella lussuosa dimora sarà però tutt'altro che tranquillo. La padrona di casa, matrigna dell'amico, ha sposato un uomo di vent'anni più giovane di lei, e i figliastri, scavalcati nell'eredità, sembrano tramare qualcosa. La governante é sicura che presto gli avvenimenti precipiteranno e, in breve, la profezia si avvera. La padrona di Styles Court viene avvelenata e i sospetti si accentrano subito sui membri della famiglia. Fortunatamente, nel paese c'é qualcuno che di delitti se ne intende: un buffo profugo belga dai grandi baffi...



 Poirot a Styles Court è stato il primo romanzo di Agatha Christie, frutto ben riuscito di una scommessa con sua sorella la quale aveva proposto di scrivere un giallo che fosse pubblicabile.
In questo primo capitolo dunque veniamo a conoscenza dei due personaggi che ci accompagneranno poi per tutti i successivi libri su Poirot: Hastings, il narratore, un ragazzo giovane, appena tornato dalla guerra a causa di una ferita e con una grande passione per l'investigazione, anche se non molto bravo in quanto principiante. 
 Poi ovviamente Hercule Poirot, ex poliziotto belga fuggito in Inghilterra per colpa della grande guerra.

Hastings incontra il suo vecchio amico John Cavendish che lo invita a trascorrere le vacanze a casa sua a Styles.
Durante la chiacchierata veniamo a sapere che ha una matrigna di 70 anni e che dopo la morte del padre si è risposata con un uomo di 20 anni piú giovane.
Arrivati a Styles Court, la casa della famiglia di Cavendish, Hastings si trova in mezzo ad un sacco di drammi familiari che culminano qualche settimana dopo con la morte della matrigna per avvelenamento.
A questo punto Hastings, che aveva incontrato Poirot qualche giorno prima, si reca dall'ex poliziotto per investigare sul caso, da qui inizia la collaborazione dei due per arrivare alla risoluzione dell'omicidio.

Devo dire che questo libro rispetto al precedente che ho letto non mi ha appassionata così tanto, forse perché si tratta appunto del primo volume, quando la scrittrice era,per modo di dire, ancora acerba.
Nonostante questo però si tratta di una storia con moooolti colpi di scena ed un finale affatto scontato, tutti hanno il movente per l'omicidio e il lettore è portato a sospettare letteralmente di tutti i personaggi!

Per quanto riguarda i protagonisti di tutto il romanzo posso dire che si tratta sì dei classici personaggi presenti in un giallo come la moglie tradita, il figliastro rancoroso, il marito più giovane ecc... Eppure non si può dire che siano piatti come delle semplici maschere.
Durante l'indagine del nostro investigatore infatti scopriamo un sacco di aspetti dei personaggi, come ad esempio le fragilità, gli amori, le ambizioni e così via...
Poirot è tutt'altro che il classico investigatore freddo e distaccato, tutt'altro! Ha addirittura architettato un modo per fare ricongiungere una coppia e fare dichiarare i propri sentimenti ad un'altra, insomma, sotto sotto il nostro Hercule Poirot è un romanticone!
Hastings mi ha suscitato tanta tenerezza personaggio perché nonostante si atteggiasse a gran detective in realtà non ne azzeccava una! Poverino!
Il mio personaggio preferito invece è Cynthia Murdoch, protetta della padrona di casa, molto dolce e gentile, il finale della sua storia è stato davvero tanto carino.

Lo stile di scrittura è molto semplice e scorrevole, l'ho letto in meno di due giorni, anche perché non si sofferma su descrizioni inutili, ma piuttosto su particolari utili alla storia e inoltre l'avvicendarsi dei fatti porta il lettore a non staccarsi dalle pagine per sapere chi è stato il colpevole!

Il libro fornitoci come sempre ( per questo evento) dalla casa editrice Mondadori ci mostra un capitolo scritto originariamente, poi modificato dall'autrice.

Non posso non consigliarvi questo libro, io sinceramente ve li consiglierei tutti perché riescono a tenere il lettore incollato alle pagine fino a fine lettura con una moltitudine di colpi di scena!

E voi lo avete letto? Come lo avete trovato?


Come sempre qui sotto vi lascio la scheda con gli altri blog partecipanti all' evento!

                                             














sabato 26 settembre 2020

Review party: L'ascesa di Senlin


 

Salve a tutti lettori, rieccomi tornata con un bellissimo review party organizzato da me e Bea di Eynys Paolini Books in collaborazione con la casa editrice Mondadori che ringrazio di cuore.

Oggi vi parlerò del primo volume di una quadrilogia,ovvero l'ascesa di Senlin.

Iniziamo!




Scheda tecnica:
Autore: Josiah Bancroft
Editore: Oscar/Mondadori
Genere: Fantasy/ Steampunk
Voto: ⭐⭐⭐⭐



 La Torre di Babele è la più grande meraviglia del mondo conosciuto. Grande come una montagna, l'immensa Torre ospita innumerevoli Regni Circolari, alcuni pacifici, altri bellicosi, appoggiati l'uno sull'altro come gli strati di una torta. È un mondo popolato di geni e tiranni, aeronavi e motori a vapore, animali insoliti e macchine misteriose.

Attirato dalla curiosità scientifica e dalle mirabolanti promesse di una guida turistica, Thomas Senlin, mite preside di una scuola di provincia, decide di visitarla. Anzi, gli sembra che, con i suoi lussuosi Bagni, sia proprio la meta ideale per la sua luna di miele con Marya. Solo che, appena arrivati, i due sposi si perdono tra la folla di abitanti, turisti e furfanti.

Determinato a ritrovare la moglie, Senlin inizia una lunga ricerca tra bassifondi, sale da ballo e teatri di burlesque. Dovrà sopravvivere a tradimenti, assassini, e ai lunghi cannoni di una fortezza volante. Ma se vuole riavere Marya, sopravvivere non basterà: dovrà sapersi trasformare da uomo di lettere in uomo d'azione.




 La mitologica torre di Babele narrata nella Bibbia, è la protagonista indiscussa di questo romanzo.
Il modo in cui l'autore ha costruito questo mondo misterioso è davvero eccezionale, descritto nei minimi particolari, ma svelato passo per passo, man mano che il nostro protagonista prosegue con l'ascesa!
Secondo la Guida alla torre di tratta di un fantastico luogo di villeggiatura nel regno di Ur e Thomas Senlin ha da sempre desiderato visitarla e grazie appunto alla guida che segue passo per passo spera di poterne carpirne il funzionamento.
Così, non appena si sposa con Marya, si reca per la luna di miele alla torre.
Thomas è un insegnante e anche preside della scuola del paesino in cui vive, è un uomo piuttosto bacchettone e inizialmente il suo rapporto con Marya ci viene presentato come freddo e di convenienza.
Marya invece è una donna frizzante e intelligente.
Arrivati alla torre però succede qualcosa... Marya si perde e Thomas dopo due giorni di attesa comincia la scalata alla torre.
Qui il nostro protagonista scopre che non è oro tutto quel che luccica, la torre non è un posto paradisiaco e la guida è solo uno specchietto per le allodole.
Babele infatti è una torre dove ogni piano ha un governo e un funzionamento differente e non si sa da quanti cerchi sia composta.
Parlo di cerchi perché mi è sembrata molto simile alla discesa di Dante nell'Inferno, dove ogni cerchio aveva un contrappasso, in questo caso una fatica che Senlin deve affrontare.

Il personaggio principale è davvero ben caratterizzato, infatti, tra le varie difficoltà Thomas Senlin ha una vera e propria crescita personale, anche se un po' bacchettone, riesce comunque a trovare un modo ingegnoso per i suoi scopi, arrivando a trovare dentro di sè un coraggio che non pensavo potesse tirare fuori, anche se non sempre va tutto secondo i piani.
Mi è piaciuto molto come con i flashback che lo scrittore ci propone, vediamo che effettivamente Senlin è molto innamorato di Marya, tanto da rischiare il tutto e per tutto pur di ritrovarla e inoltre ho apprezzato la devozione che ha per sua moglie, nonostante ci siano attorno altre donne.
Gli altri personaggi nascondono molti aspetti che poi si rivelano in seguito, risultando interessanti e tutt'altro che piatti!

Una cosa che invece non ho apprezzato sono le descrizioni di cose e fatti un po' troppo ridondanti che rendono la lettura lenta e poco scorrevole, anche se probabilmente essendo il primo capitolo c'era bisogno di spiegare molte cose.

L' atmosfera steampunk la respiriamo in tutto e per tutto nei marchingegni della torre e nelle aeronavi che solcano i cieli per recarsi nei piani più alti della torre e... anche nelle armi, come la chiave-pistola!

Il narratore è in terza persona e ad ogni inizio capitolo c'è un passo della guida o delle memorie di Senlin che ci dà un piccolo indizio su dove si andrà a parare.

È un libro davvero molto bello e misterioso, dove non tutto è come sembra, ognuno nasconde qualcosa e non ci si può fidare di nessuno!

Invito anche voi lettori ad addentrarvi tra i vari piani della Torre di Babele assieme a Thomas Senlin alla ricerca di Marya!
Sono sicura che vi appassionerete a questa storia così come ha appassionato me!
Fatemi sapere cosa ne pensate!

A presto, 


Come al solito, qui sotto vi lascio le tappe degli altri blog!



























venerdì 18 settembre 2020

Review party: Sulle tracce di Jack lo squartatore


 Salve lettori! Rieccomi qui con questa recensione per il fantasmagorico review party organizzato da me e Bea di Eynys Paolini Books, in collaborazione con la casa editrice Mondadori che, oh my god, ci ha fornito tutti e tre i libri il giorno dell'uscita assieme all'inserto speciale: La nascita del principe oscuro.

Iniziamo!





Scheda tecnica:
Autore: Kerri Maniscalco
Editore: Mondadori
Genere: Investigativo
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐




 È stata cresciuta per essere la perfetta dama dell'alta società vittoriana, ma Audrey Rose Wadsworth vede il proprio futuro in modo molto diverso. Dopo aver perso l'amatissima madre, è decisa a comprendere la natura della morte e i suoi meccanismi. Così abbandona l'ago da ricamo per impugnare un bisturi da autopsia, e in segreto inizia a studiare Medicina legale. Presto viene coinvolta nelle indagini sull'assassino seriale noto come Jack lo Squartatore e, con orrore, si rende conto che la ricerca di indizi la porta molto più vicina al suo mondo ovattato di quanto avrebbe mai creduto possibile.

Ispirato agli efferati crimini irrisolti che hanno insanguinato la Londra di fine Ottocento, lo strabiliante romanzo d'esordio di Kerri Maniscalco tesse un racconto ricco di atmosfera che intreccia bellezza e oscurità, in cui una ragazza vittoriana molto moderna scopre che non sempre i segreti che vengono sepolti lo rimangono per sempre.






 Aspettavo questo libro da quando è uscito in inglese! 
Più si avvicinava la data dell'arrivo in Italia e più crescevano in me le aspettative che, devo ammettere, sono state ripagate al 100%!

Audrey Rose è una ragazza della società vittoriana non molto conforme alle regole di etichetta dell'epoca. Infatti è una ragazza molto spigliata e indipendente con una macabra passione per la medicina legale, una materia che era preclusa alle donne in quanto ritenute troppo deboli per dissezionare dei cadaveri.
Vive in una villa a Londra assieme a suo fratello e suo padre che, dopo la morte della moglie per causa di una malattia, è diventato ancora più ansioso e ossessivo nei confronti della figlia.
Lui non sa, infatti, che Audrey Rose frequenta lezioni private di medicina legale presso lo zio proprio perché lui non approverebbe.
Durante queste lezioni Audrey Rose conosce un altro apprendista dello zio, Thomas, un ragazzo molto ironico e riflessivo.
Proprio durante una lezione i ragazzi analizzano il corpo di una donna che è stata assassinata il giorno prima.
A questo efferato omicidio ne seguiranno altri e il serial killer è... Jack lo squartatore.
I nostri due ragazzi indagheranno per scoprire il colpevole.

Il racconto è narrato in prima persona da Audrey Rose, il che ci rende meglio la psicologia del personaggio, come dicevo prima, una ragazza fuori dagli schemi!
Mi piace molto questa ragazza, indipendente, ma anche dolce, amante del macabro, ma anche di pizzi e merletti.
In effetti non è detto che una ragazza debba scegliere o l'una o l'altra cosa, si può essere benissimo entrambe!



 Anche gli altri personaggi sono ben descritti, soprattutto Thomas (la mia super mega crush) che avrà verso la fine del libro qualche capitolo raccontato proprio da lui.
Mi è piaciuto molto come i due ragazzi evolvono il loro rapporto, si piacciono, flirtano, ma mai nulla di eccessivo e... finalmente in uno young adult, nessun triangolo (e spero resti così)! Facendo un paragone, Audrey sembra Watson, mentre Thomas, Sherlock, riflessivo e intuitivo.
C'é da dire che la parte romance è messa in secondo piano rispetto alle indagini e questo l'ho molto apprezzato, perché di solito gli autori si concentrano sui rapporti dei personaggi lasciando la trama sciatta, invece, Kerri Maniscalco è riuscita benissimo a rendere la trama interessante in ogni capitolo.
Persino le descrizioni sono ben bilanciate, non sono pesanti ma comunque rendono l'idea!

La narrazione è semplice, si legge in fretta e non ha punti morti. Infatti una pagina tira l'altra lasciando il lettore senza fiato.
Posso anche dire che è autoconclusivo, nel senso che, l'investigazione si conclude in questo libro stesso, ma la trama principale poi continua, rimandando al prossimo libro.

Le vicende narrate sono verosimili, ovvero che l'autrice descrive molto bene usi, costumi e fatti dei tempi, associandoli addirittura ad una figura storica come Jack lo squartatore, ma modificandone un po' gli eventi, come l'identità di Jack stesso, che ad oggi, non è nota, o come l'associazione delle vittime alla famiglia di Audrey Rose.
Inoltre, l'autrice ci tiene a precisare questa verosimilitá nelle note!

Parlando dell'edizione, che dire, la Oscar/Mondadori ha fatto un lavoro spettacolare, non dovete assolutamente perdervelo.

Posso definire questo libro un giallo innovativo, dove c'è anche una love story (che fin'ora non avevo mai trovato in un libro di questo genere) e con dei personaggi molto intelligenti ma affatto pesanti.
Consiglio questo libro a chi vuole un giallo scorrevole e fresco, con un finale sorprendente!

Come al solito vi metto qui sotto il calendario con le date e i nomi dei blog partecipanti!

A presto, 
































martedì 15 settembre 2020

Blogtour: L'inferno di Dante Alighieri


 

Salve lettori, per questa mia tappa del blogtour  in collaborazione con la casa editrice Mondadori (che ci ha gentilmente inviato la copia cartacea della bellissima edizione illustrata), analizzerò alcune caratteristiche dei canti I, II e III.




Per ogni canto, infatti, ho estrapolato degli approfondimenti che vorrei fare assieme a voi.

Iniziamo!


Le tre fiere dantesche nelle mitologie di tutto il mondo.


Nel I Canto della Divina Commedia, Dante si trova nella selva oscura del peccato. Ad ostacolare la sua ascesa al colle luminoso della grazia vi sono tre bestie: il leone, la lupa e la lonza che simboleggiano rispettivamente la superbia, l'avarizia e la lussuria.



Ma il loro significato, la loro figura, nelle varie mitologie che si sono succedute sulla terra, sono sempre stati questi? Andiamolo a scoprire!




Il leone:  è spesso considerato simbolo di coraggio e regalità.

Nell'antico Egitto la dea Tueris, corpo da ippopotamo e testa da leone proteggeva i neonati.

Sekmet, invece, con l'aspetto da leonessa antropomorfa, era la signora della guerra.

Il leone appare anche nelle sfingi, creature mitologiche col corpo da leone e testa da donna, che proteggevano il faraone e ne custodivano i segreti.

Nell'antica Grecia i leoni trainavano i carri degli dei Dioniso, Demetra e Rea, e anche il carro della babilonese Ishtar.

Nelle tradizioni gnostiche (secondo cui il mondo non fosse stato creato da Dio, ma da eoni, ovvero emanazioni di un dio primo) il Demiurgo, dalle fattezze leonine, sarebbe un creatore malefico delle disgrazie umane.

In Cina la danza del leone scacciava demoni e fantasmi.

Nel Tibet, i leoni sulla bandiera, sono due creature mitiche simbolo di gioia e coraggio.

Anche nel buddismo il leone è simbolo di coraggio e si ritiene che Buddha, in una delle sue vite precedenti, sia stato proprio un leone!

In Giappone, i leoni “shishi” proteggono i templi dagli spiriti maligni.

Nello sciamanesimo il leone è simbolo di potere e chi invoca il suo totem può sviluppare il coraggio e consente di affrontare le paure.

Nel cristianesimo il ruggito del leone ( parola di Dio) scaccia il serpente, il demonio.

Nella simbologia massonica invece rappresenta potere e gloria, mentre nell'alchimia è simbolo di un materiale grezzo, non trattato.






La lupa (o il lupo) :  Il lupo è presente in davvero moltissime culture eurasiatiche e nordamericane.

Nella mitologia proto-indo-europea il lupo rappresentava il guerriero, il quale si 'trasformava' in lupo durante il rito di iniziazione.

Nel folklore della Lituania, la dea Medeina, dea della caccia, solitaria, voluttuosa e bella, era rappresentata come una lupa scortata da altri lupi.

Nella mitologia norrena, Fernir, figlio del dio del caos Loki e la gigantessa Angrboda, era un lupo gigantesco che fu incatensto da Odino perché secondo le profezie non avrebbe portato nulla di buono, ma Fernir spezzò tutte le catene, tranne la terza, e da allora sarà incatenato fino al Ragnarok, ovvero la fine del mondo.

Sköll invece è un lupo che cerca costantemente di mangiare Sòl,la dea del Sole, mentre Nati, suo fratello, insegue Màni, la dea lunare per inghiottirla.

Le eclissi solari e lunari avvengono quando Sköll o Nati sono quasi vicini a Sòl o Màni.

Nella mitologia greca Apollo, portatore di luce, veniva definito anche con l'epiteto Lykaios, che potrebbe significare uccisore di lupi, sottolineando la natura tenebrosa che la figura del lupo rappresentava in contrasto con quella luminosa di Apollo.

Nell'Arcadia invece era frequente il culto di Zeus- lupo, in questi territori, Zeus, in caso di siccità, si recava ad una sorgente, compiva un sacrificio e poi faceva scorrere il sangue del sacrificato nella fonte, poi, dopo aver pregato, ne immergeva un ramo di quercia e dai vapori che si sprigionavano si creava la pioggia.

Questo dio-lupo era simbolo dunque di fertilità della terra e dei cicli della vita agricola.

La lupa era spesso invocata dai genitori greci per spaventare i bambini!

Negli inferi invece, ha la funzione di accompagnare le anime dei defunti nell'oltretomba. Lo stesso Ade porta un mantello di pelliccia di lupo.

Negli etruschi il dio della morte aveva orecchie da lupo.

Anche nell’ antico Egitto il lupo era una creatura accostata alla morte: Osiride, ucciso per mano di suo fratello Set, resuscitò in forma di lupi ed ebbe la meglio sul malvagio fratello.

Anche Anubi, dio degli inferi è rappresentato come un 'cane selvatico' antropomorfo molto simile ad un lupo.

Secondo i romani i lupi erano associati al dio Marte, dio della guerra e dell'agricoltura.

Romolo e Remo, figli di Marte, furono allevati da una lupa

In Iran, secondo gli Zoroastriani, i lupi erano creature maligne appartenenti ai daeva, dei demoni.

Per i mongoli e i turchi, i lupi erano addirittura loro antenati; lo stesso Gengis Khan, riteneva di essere discendente del lupo azzurro.

Secondo i nativi americani, i lupi erano associati a forza, coraggio, lealtà e successo nella caccia.






La lonza (o lince): questo animale purtroppo non è molto noto nelle varie culture, tuttavia, nell' Antica Grecia, la leggenda narra che il re Lyncus aveva imparato le arti agricole  da Trittolemo, ma egli si rifiutò di insegnare tali arti al suo popolo e fece addirittura uccidere l suo maestro. Per punizione Demetra lo trasforma in lince.

Questa storia non è nota a tutti i greci, ma si trova nelle metamorfosi di Ovidio.

Nei nativi americani la lince è custode di segreti e misteri, anche quelli caduti nell'oblìo.






                                                                      Le muse.




Come in ogni opera che si rispetti, nel canto II troviamo l'invocazione alle muse, per aiutare il nostro protagonista e autore, Dante, a descrivere il suo viaggio negli inferi.

 Ne parla però in modo distaccato, con il solo scopo di rifarsi alla letteratura classica.

L'invocazione alle muse viene utilizzata infatti, soprattutto nella letteratura greca e può avere molteplici scopi, a discrezione dell'autore.

Le prime invocazioni alle muse le ritroviamo  nell'Iliade e nell'Odissea.

Nell'Iliade si invocano le muse figlie di Mnemosine,  che raccolgono la memoria collettiva per narrare gli avvenimenti della guerra di Troia attraverso un autore che rimane anonimo.

In questo caso, la funzione delle muse è educativa.

Nell'Odissea la musa resta sempre centrale per la narrazione, ma comincia ad inserirsi anche la voce dell' autore, questo si evolverà fino a Virgilio che nella sua Eneide dirà: “Io canto”.

Dunque il poeta si sdoppia, da una parte il saggio mezzo tramite cui le muse narrano, dall'altra parte l'uomo che racconta con i propri sentimenti, distinguendosi dalla divinità.

Successivamente Esiodo si serve delle muse non per raccontare una storia, ma per darle veridicità.

Con Solone, nella sua elegia c'è un ulteriore passaggio, non sono le muse a chiedere al poeta di raccontare un fatto, bensì il contrario, chiedendo loro di ottenere la fama e celebrità e di poter trasmettere la verità grazie a queste depositarie della memoria collettiva.


Ma chi sono le muse?




Figlie di Zeus e Mnemosine (la memoria), protette dal dio Apollo, rappresentavano le Arti nella massima espressione.

Esse sono: 

Clio: musa che rende celebre, il suo campo è la storia e il canto epico;

Euterpe: musa che rallegra, padrona della poesia lirica;

Thalia: la musa festiva, viene invocata nella commedia;

Melpomene: musa che canta, simbolo della tragedia;

Tersicore: musa che si diletta nella danza, è padrona della lirica corale e della danza;

Erato: provoca il desiderio, musa della poesia amorosa, della geometria e della mimica;

Polimnia: colei che ha molti inni, musa della danza rituale, del canto sacro e del mimo;

Urania: musa celeste, associata all'astronomia e all’epica didascalica;

Calliope: musa dalla bella voce, associata alla poesia epica.


Col passare del tempo non ebbero sempre un'attribuzione fissa, oltre alla poesia, infatti, vennero affiancate anche alle scienze e ai campi della prosa.

Dunque con il tempo diventarono protettrici di qualsiasi campo della conoscenza umana.




               Papa Celestino V – Colui che per viltade fece il gran rifiuto.


Nel III canto della Divina Commedia, dopo aver superato il fiume Acheronte grazie al nocchiero delle anime Caronte, Dante si ritrova nel limbo, un posto dove dimorano le anime degli ignavi e dei non battezzati.

Tra queste anime c'è quella di “colui che per viltade fece il gran rifiuto.”.

Dante non dice espressamente chi fosse questo personaggio, ma in molti lo identificarono con Papa Celestino V.




Ho scelto questo personaggio per il mio approfondimento perché abbiamo qualcosa in comune… siamo entrambi molisani!

Ma chi è Celestino V? Perché Dante lo mette tra gli ignavi e lo disprezza così tanto?

Andiamo per ordine: Il nome di battesimo di Celestino V è Pietro Angelerio, nato nel 1209 circa in Molise da una famiglia di contadini.

Sulla località di nascita due comuni molisani ne rivendicano l'appartenenza: Isernia e Sant'Angelo Limosano (di cui è patrono).

Nel 1239 si ritirò come eremita in una caverna sul monte Morrone, presso Sulmona. Da qui il nome Pietro da Morrone.

Arrivò a Roma nel 1940 e qui studiò per prendere i voti, un anno dopo tornò sul monte Morrone e cinque anni dopo si ritirò in un luogo ancora più inaccessibile sulla Maiella, in Abruzzo.

Nel 1244 si allontanò brevemente dal monte Morrone per costituire una congregazione ecclesiastica riconosciuta dal papa Gregorio X come ramo dei benedettini detti “fratelli di Pietro da Morrone” con sede nell'eremo di Sant'Onofrio nel Morrone. In seguito diverranno i “celestini”.

Nel 1273 dovette recarsi a Lione per dover difendere la sua congrega dalla soppressione riscuotendo successo ed anche una discreta fama, tanto che il papa Gregorio X gli chiese di celebrare messa davanti ai padri del concilio di Lione, adducendo che nessuno era migliore di lui.


Quando Papa Niccolò IV morì, nel 1292  il concilio non riusciva ad eleggere il papa e per vari disaccordi si arrivò nel 1294 , Pietro da Morrone predisse al concilio che ci sarebbero stati gravi castighi alla Chiesa se non avessero eletto un papa.

Questa lettera che Pietro inviò al concilio fece sì che tutti i membri fossero attirati dalla figura di Pietro, e così, all'unanimità, Pietro da Morrone fu eletto il 5 Luglio 1294 ed incoronato papa il 29 Agosto dello stesso anno a L'Aquila come Celestino V.

Uno dei primi atti ufficiali fu l’emissione della cosiddetta Bolla del Perdono che elargiva l’indulgenza plenaria a tutti coloro che, confessati e pentiti dei propri peccati si fossero recati nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella città dell’Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese. 


Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d’Angiò, nominandolo “maresciallo” del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d’Angiò e Giacomo d’Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest’ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini.


Dietro consiglio di Carlo d’Angiò, fissò la sede della Curia nel Castel Nuovo di Napoli, dove fu allestita una piccola stanza, arredata in modo molto semplice e dove egli si ritirava spesso a pregare e a meditare. Di fatto il Papa era così protetto da Carlo, ma anche suo ostaggio, in quanto molte delle decisioni pontificie erano direttamente influenzate dal re angioino.


Quattro mesi dopo la sua incoronazione, il 13 Dicembre 1294, Celestino V nel corso di un concistoro lesse la sua lettera di dimissioni, incitato anche da Benedetto Caetani

<<Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della Plebe [di questa città], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale.>>


Undici giorni dopo fu eletto il cardinale Benedetto Caetani con il nome di Bonifacio VIII, il quale, temendo uno scisma, tenne sotto controllo Celestino V che però tentò di fuggire in Grecia, ma fu catturato a Vieste e incarcerato in un castello nel Frosinone dove morì due anni dopo terribilmente debilitato per la prigionia.

Nel 1313 fu canonizzato come papa angelico.




Ma come mai Dante aveva una così bassa stima per questo personaggio?

Ebbene, per colpa del suo rifiuto alla carica papale fu eletto Bonifacio VIII che favorì la vittoria dei guelfi neri a Firenze, causando di conseguenza l'esilio del nostro autore in quanto guelfo bianco.


Spero di avervi tenuto compagnia con la mia tappa e spero di avervi fatto conoscere delle cose nuove!

Come sempre qui di seguito troverete le tappe del blogtour e vi invito a leggere gli articoli degli altri colleghi blogger!















































sabato 12 settembre 2020

Review Party: La fattoria degli animali & 1984 - George Orwell

 



Salve a tutti lettori, eccomi di nuovo con un bellissimo review party su due classici che hanno fatto la storia della letteratura: La fattoria degli animali e 1984 di George Orwell.
Assieme a Beatrice di Eynys Paolini Books abbiamo organizzato questo evento in collaborazione con la casa editrice Mondadori.
Di seguito troverete la recensione di entrambi i titoli!




La fattoria degli animali:


Scheda tecnica:
Autore: George Orwell
Editore: Mondadori
Genere: Satira
Voto: ⭐⭐⭐



Trama: Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri. Stanchi dei soprusi, gli animali di una fattoria decidono di ribellarsi agli umani e, cacciato il proprietario, danno vita a un nuovo ordine fondato sull'uguaglianza. Ben presto, però, emerge tra loro una nuova classe di burocrati, i maiali, che con astuzia, cupidigia e prepotenza si impongono sugli altri animali. L'acuta satira orwelliana contro il totalitarismo è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a un'energia stilistica che pongono "La fattoria degli animali" tra le opere più celebri della narrativa del Novecento.



Parere personale:  Questo classico della letteratura inglese, scritto sotto forma di favola, in realtà presenta una critica al regime totalitario di Stalin a capo dell'Unione Sovietica, infatti quest'opera fu terminata nel 1943 ma pubblicata solamente due anni dopo.
Orwell fa riferimento alla sua personale esperienza della guerra di Spagna in cui credeva fortemente nell'Unione Sovietica, diventata in seguito una brutale dittatura che guidava le persone con il metodo del terrore. 

Ci troviamo in una fattoria chiamata "Fattoria Padronale" diretta dal signor Jones, un ubriacone che sfrutta gli animali e li maltratta.
In questa fattoria un maiale chiamato il vecchio Maggiore fece un sogno in cui prevedeva come sarebbe stata la vita se non ci fosse stato l'uomo. Così iniziò a convincere tutti gli animali che senza l'uomo sarebbero stati liberi di fare ciò che volevano e che l'uomo è portatore solo di cose sgradevoli, per cui si sarebbero dovuti ribellare e avrebbero dovuto impadronirsi della fattoria.
Nel giro di tre giorni il vecchio Maggiore morì pacificamente nel sonno. Nei tre mesi successivi ci fu un' intensa attività clandestina da parte degli animali che, sempre più convinti del discorso del Vecchio maggiore, iniziarono a progettare una rivoluzione contro il proprietario della fattoria.
Dopo l'ennesima notte il cui il signor Jones, ubriaco, si dimenticò di dare da mangiare agli animali, loro iniziarono la rivoluzione capeggiati da due maiali chiamati Palla di neve e Napoleone. Questi due maiali avevano elaborato l'idea del vecchio maggiore in modo differente. infatti dopo che si furono impadroniti della fattoria, rinominata ora Fattoria degli Animali, si scontrarono. Questo scontro finì con Napoleone che sguinzaglia i cuccioli di cane che aveva addestrato come guardie personali, che rincorrono Palla di Neve, che è costretto a fuggire, intenti a sbranarlo. Da questo momento il nemico primario degli animali non è più l'uomo, ma Palla di Neve!
Dopo una serie di eventi che fanno iniziare a capire il lettore che i maiali stanno deviando i loro ideali da quelli originali, ci troviamo alla conclusione in cui gli animali, attirati dal trambusto proveniente dall'interno della fattoria, sbircia dentro e trovano i maiali nello stesso tavolo degli uomini, nella loro stessa posizione e con indosso dei vestiti che banchettano con loro. La conclusione ci fa capire che nonostante i maiali in principio odiassero gli uomini e avevano abolito ogni loro comportamento, alla fine sono diventati uguali a loro, se non peggio.

In questo romanzo abbiamo un vasto cast, ma i personaggi più significativi sono:
Il vecchio Maggiore, che rappresenta gli ideali del comunismo e in particolare Karl Marx e Lenin;
Napoleon, che rappresenta Stalin;
Palla di Neve che rappresenta il comunismo più puro e sincero e Trotskij;
I cani rabbiosi che rappresentano la polizia, che cambia il modo di pensare della società con la violenza,
Le pecore, che rappresentano il popolo che segue ogni cosa dica il dittatore.

Questo genere di libri non è il mio preferito, ma nonostante ciò non sono rimasta indifferente ai comportamenti di certi personaggi, anzi la storia è stata così coinvolgente che quando facevano qualcosa che mi turbava particolarmente tentavo di parlargli e fargli capire che stavano sbagliando (come si fa nei film di paura quando qualcuno scende nello scantinato buio da solo).
Mi ha anche fatto riflettere su certi avvenimenti della storia, cosa che che i libri di scuola non erano riusciti a fare e di come a volte quelli che predicano buone intenzioni alla fine sono come tutti gli altri.

Penso che questo libro debba essere letto da tutti, bisogna capire che ci vuole poco perché un ideale nobile diventi  qualcosa di sbagliato.





1984:


Scheda tecnica:
Autore: George Orwell
Editore: Mondadori
Genere: Distopico
Voto: ⭐⭐⭐⭐



Trama: L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide rappresentazioni del totalitarismo.




Parere personale: Se ve lo stavate chiedendo... la risposta è SI! Il Grande Fratello (programma spazzatura in cui delle persone sono rinchiuse in una casa a non far nulla), ha preso spunto proprio da questo libro!

1984 è una pietra miliare della distopia. Pubblicato nel 1948, questo libro è una critica al regime totalitaristico che soffoca la libertà dell' uomo impedendogli di amare, di esprimersi, di fare ciò che gli piace e addirittura di pensare, trasformandolo in una vera e propria macchina da lavoro.

Il mondo in cui è ambientata questa distopia è diviso in tre parti: l'Oceania, l'Eurasia, e l'Estasia, costantemente in guerra fra loro.
A capo dell'Oceania c'è un partito il cui leader è il Grande Fratello, una forza agghiacciante che controlla tutti e che tutti devono venerare. In Oceania non puoi fidarti di nessuno e in nessun posto sei al sicuro. In ogni casa e per tutta la città  sono installate delle telecamere che consentono di vedere ai capi di questa potenza, chi sta rispettando le leggi o chi sta iniziando ad avere degli atteggiamenti più consapevoli su tutto ciò che sta accadendo. Il reato più grande, che è chiamato psicoreato, è quello di pensare che tutto ciò che sta accadendo è sbagliato, mettendo in discussione il sistema politico  . 
Le persone non possono fidarsi neanche dei loro figli o dei loro partner perchè vengono istruiti da piccoli che chi disobbedisce alle leggi o chi pratica psicoreato deve essere denunciato alla polizia e immediatamente la persona denunciata sparisce. Addirittura se la polizia scopre che due persone sposate si amano, cercano in tutti i modi di separarle perchè amare e vietato e l'atto sessuale serve solamente per riprodursi e non per provare piacere.

Il protagonista, Winston, è un uomo di trentanove anni impiegato nel Partito Esterno, che si occupa di cambiare i dati di ogni documento esistente a proprio favore.
Apparentemente lui è un uomo come gli altri, praticante del Socing, un tipo di socialismo estremo, e veneratore del Grande Fratello, ma è solo una farsa per non far scoprire la sua voglia di mantenere la sua individualità e la sua integrità mentale.
Durante i Due minuti d'Odio, in cui le persone devono inveire contro Emmanuel Goldstein, il protagonista viene subito colpito da uno sguardo che gli rivolge O' Brien, un ragazzo che si trovava nella stessa stanza. Lui ripensa molto a quello sguardo e arriva alla conclusione che anche lui doveva essere un ribelle come lui e inizia a fantasticare su una possibile rivolta da fare insieme a lui.
Oltre a O'Brien, Winston viene colpito anche dalla rabbia di una ragazza,di nome Julia, nei confronti di Goldstein. Questa ragazza per molto tempo segue Winston, tanto da fargli credere che lei sia della polizia e che avesse fatto un passo falso per cui lo stessero sorvegliando. La ragazza alla fine si rivela una traditrice del socing proprio come lui. Escogitano un modo per incontrarsi e conoscersi meglio e pian piano si innamorano, arrivando addirittura a parlare di un futuro insieme. Dopo un po' di tempo trovano entrambi il coraggio per andare a parlare con O'Brien di una possibile rivoluzuine e lui conferma di essere un membro di una cerchia di persone che  vogliono ribellarsi e propone loro di farne parte.


Devo ammettere che questo libro mi ha spezzato il cuore e mi ha lasciato con una forte angoscia interiore, ma, d'altro canto, mi è piaciuto tantissimo! 
Non pensavo minimamente che mi sarebbe piaciuto così tanto e che l'avrei divorato.
Le atmosfere di questo romanzo sono davvero cupe e oppressive che mettono ansia al lettore già dalla prima pagina (per non parlare della fine!).
Sono sicura che anche se ho dato il mio meglio nel descrivere questo capolavoro non gli ho reso minimamente giustizia perchè è geniale. L'autore mi ha resa davvero grata del mondo in cui vivo perchè sarei potuta vivere in un mondo come quello del libro e non avere personalità, nè passioni nè affetti (probabilmente sarei stata una prolet quindi mi è andata bene).

In precedenza avevo descritto la distopia di Huxley con: Il mondo nuovo, ebbene, il regime di Orwell in questo libro è ancora più oppressivo.
Se nel mondo nuovo lo scopo principale era avere la felicità a tutti i costi, utilizzando addirittura delle droghe pur di averla, qui la felicità non è una prerogativa del regime, piuttosto si predilige il controllo totale dell'essere umano, facendolo diventare un automa al servizio del regime.

Anche questo libro, come la fattoria degli animali, mi ha dato tanto da riflettere su quanto sia sbagliato che un governo possa controllare tutti gli aspetti della vita di una persona e, come per la fattoria degli animali, questo libro dovrebbe essere una pietra miliare di ogni istituto superiore, perché bisogna imparare quanto la libertà sia importante nella vita di un uomo.




Come sempre qui di seguito vi lascio le altre tappe del review party, spero di avervi tenuto compagnia con la mia!
E voi li avete letti questi due libri? Cosa ne pensate?
Fatemelo sapere nei commenti!