martedì 11 maggio 2021

Recensione: La regina degli scacchi

 



Ciao a tutti pipistrellini cari e nuovi lettori!

La regina degli scacchi mi ha conquistata lo scorso anno grazie alla serie TV Netflix che vede nei panni di Beth Harmon la bravissima attrice Anya Taylor Joy.

Dato che appunto, la miniserie di 7 puntate mi è piaciuta da matti, ho deciso di  leggere anche il libro per vedere se mi sarebbe piaciuto altrettanto.

So che la maggior parte delle volte il libro è meglio della serie, ma a volte no.

Dunque spinta dalla curiosità mi sono avventurata tra le pagine di questo libro scritto nel 1983 da Walter Tevis.

Il titolo originale, The Queen's gambit, si riferisce al gambetto di donna, una strategia scacchistica in cui si offre un pedone sul lato di scacchiera della donna.




Scheda tecnica:

Autore: Walter Tevis

Editore: Oscar/ Mondadori

Genere: Narrativa

Voto: ⭐⭐⭐⭐






Trama: Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi... Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare.







Parere personale: Innanzitutto parto col dire che a quanto pare, salvo alcuni piccoli elementi, la serie è praticamente uguale al libro e di questo sono stata felicissima!

La narrazione è in terza persona, ma vediamo soltanto come  protagonista assoluta Beth, infatti seguiremo solo ed esclusivamente le sue vicende mentre i personaggi secondari sono solamente abbozzati.

La cosa che mi ha colpita moltissimo di questo libro è il carattere della protagonista.

A differenza di altre, possiamo definirla quasi un'antieroina in quanto non mostra alcun sentimento positivo come amore o amicizia, se non in piccolissimi casi dove però secondo me lo faceva più che altro per convenienza.

Inoltre appare molto egoista e superba, anche se ad un certo punto perde ogni certezza, avvezza a sviluppare dipendenze e che non riesce a esprimere alcun sentimento dinnanzi alla morte di qualcuno.

Molto probabilmente questo aspetto caratteriale deriva dal fatto che principalmente non ha mai ricevuto amore nella sua infanzia.

Prima ancora di essere orfana, i genitori non erano proprio un esempio amorevole, nell'istituto men che mai ne ha ricevuto e quando è stata adottata il rapporto che si è instaurato con la madre adottiva era molto incentrato sul denaro che derivava dalle vittorie di Beth. Non dico che la signora Wheatley non le volesse bene, anzi! Solo che sembrava più un rapporto tra una manager e la sua cliente.

Del signor Wheatley non ne parliamo proprio dato che esiste solo per dare fastidio!

Nonostante il carattere di Beth, non la si riesce ad odiare, piuttosto si prova una stretta al cuore per lei e si finisce per tifare affinché diventi la migliore!

Mi è sembrata una ragazza sola, la cui unica certezza sono gli scacchi in una vita che è stata stravolta da mille cambiamenti.

Finché dunque riesce a padroneggiare gli scacchi la sua salute mentale è ok, anche se l'abuso di farmaci iniziato in orfanotrofio non l'abbandonerà mai!

Ma quando quel suo mondo vacilla dinnanzi al campione russo Borgov, Beth va letteralmente in tilt e comincia a mischiare alchol e pillole in un mix distruttivo.

Saranno le persone più impensabili a darle una mano volta per volta: i campioni di scacchi Henry e Benny e la sua amica di orfanotrofio Jolene.


In questo libro troviamo moltissimi riferimenti al mondo degli scacchi.

L'autore descrive molto infatti quello che accade durante le partite.

Devo ammettere però che in quelle parti non ci capisco moltissimo, ma la colpa è mia, dato che di scacchi so poco e nulla.

Il linguaggio usato per queste descrizioni è molto settoriale, chi non gioca a scacchi difficilmente comprende quello che sta succedendo, anche se, fortunatamente, l'andamento della partita lo capiamo dai pensieri di Beth.

Nonostante ciò, devo ammettere che questo libro mi ha suscitato una certa curiosità verso gli scacchi e chissà che un giorno non diventi brava almeno quanto un millesimo di Beth.


La scelta di un personaggio femminile in un mondo quasi puramente maschile secondo me è stata una mossa azzeccatissima!

Scacco matto!

Mostra che in fondo le donne sono intelligenti tanto quanto gli uomini e Beth ne è un esempio.


Il finale è aperto, lasciamo una Beth 19enne che fa quello che sa fare meglio, ovvero giocare a scacchi.

Ma cosa ne è stato di lei dopo? Mi sarebbe tanto piaciuto saperlo!


La lettura è stata molto scorrevole, segnata più dagli eventi che dalle descrizioni, come piace a me!

Nonostante sia stato scritto negli anni '80 lo stile si adatta benissimo anche al nostro tempo. 


Penso che questo libro debba entrare di diritto nel bagaglio di ogni Lettore con la L maiuscola, è davvero un peccato che prima della serie TV fosse poco conosciuto, ma sono felice che oggi stia riscuotendo il successo che merita!


Voi che ne pensate? Lo avete letto? Avete visto la serie TV?

A presto, Yely. 















6 commenti:

  1. Sono felice di leggere questo perché ce l'ho anch'io da leggere ❤️ io però non ho ancora vista la serie

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  2. Non l’ho letto ma penso di essermi rovinato il piacere della lettura avendo già visto la serie

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  3. Non è, una trama che possa attirarmi però ne state parlando tutti bene. Devo decidere se guardare la serie o leggere il film

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  4. ho amato la serie e non vedo l'ora di leggere il libro

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  5. la serie tv mi incuriosisce molto, non sapevo che ci fosse un libro

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  6. Io la serie tv l’ho amata tantissimo! Ma non so se recupererò mai il libro, perché non mi piace leggere storie che ho già visto adattate in televisione😅

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