martedì 23 febbraio 2021

Recensione: La cura del dolore


Ciao pipistrellini e nuovi lettori!
Oggi vi parlerò di un libro che mi ha dato molto su cui riflettere!
Il libro in questione è: La cura del dolore di Nicola Pesce ovvero editore della NPE edizioni!
Iniziamo!





Scheda tecnica:
Autore: Nicola Pesce
Editore: Npe edizioni
Genere: Romanzo
Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐


Trama: Dopo il successo dei suoi primi due romanzi (Le cose come stanno e Il fiato di Edith), Nicola Pesce torna dopo pochi mesi con la sua terza opera: La cura del dolore, in una edizione di pregio, cartonata in imitlin nero con rilievi in argento.

Il protagonista, Henry, è una persona che ha sempre fatto di tutto per compiacere gli altri, ma questa volta verrà trascinato in una esperienza kafkiana, in un istituto governativo dove dei “burocrati” spingeranno all’estremo la sua tendenza a dire sempre di sì e ad accettare tutto. Sottoposto a torture fisiche e psicologiche, arriverà Henry a capire che deve essere se stesso, ribellarsi e vivere la propria vita?

Una folle ed elaborata metafora della società attuale, sempre troppo politically correct, un “memento vivi”, ossia “Ricordati di vivere”.


Parere personale: Non avrei mai immaginato che un libro così breve (75 pagine circa) mi avrebbe lasciata letteralmente a bocca aperta.
Sicuramente non è un libro che dimenticherò tanto facilmente dato che mi ha fatto molto riflettere!

Il nostro protagonista, Henry, passeggia su una spiaggia ed alla sua mente affiorano dei ricordi: una ragazza mai più rivista, uno strano compagno di una bevuta sola che a quanto pare era stato dato prigioniero per dieci anni.
Mente passeggia, Henry si accorge che degli uomini ben vestiti lo seguono.
Henry fugge, ma gli uomini lo acciuffano e lo portano in un edificio burocratico.
Henry tenta di scappare più volte ma viene sempre riacciuffato. Ma sarà davvero prigioniero?

Attorno a questa domanda si dipana il tema centrale del libro!
In situazioni in cui sembra che la nostra vita stia per finire, riusciamo a trovare le parole giuste per le situazioni che non siamo riusciti ad affrontare prima. Quando tutto passa, quando perdiamo anche la paura di aver paura, la paura stessa diventa effimera, ma a quel punto è troppo tardi!
E questa riflessione mi ha sconvolto totalmente la giornata!
Dovremmo affrontare di petto ogni occasione che ci capita e non lasciare nulla di irrisolto.

Il personaggio di Henry non è molto caratterizzato,ma in questa situazione non penso che sia il protagonista in sè ad essere al centro della storia quanto l'esperienza vissuta dal ragazzo.
Dunque al suo posto ci sarebbe potuto essere chiunque, io, voi che state leggendo, qualunque persona!


Penso che molti dovrebbero leggere questo libro e calarsi nei panni del protagonista, ammetto per esperienza personale che ne uscirete cambiati!

Voi che ne pensate? Lo leggerete? Fatemi sapere!

A presto, Yely.















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