mercoledì 12 ottobre 2022

Recensione: Palazzo di sangue

 



Ciao a tutti pipistrellini cari e nuovi lettori.

Per il libro di oggi ci avventuriamo nella Corea del '700 dove essere figlie illegittime significava avere una vita difficile e dove pullulano intrighi di corte.

Oggi infatti vi parlerò del libro: Palazzo di sangue dell'autrice June Hur edito da DeAgostini che ringrazio per avermi gentilmente inviato la copia in anteprima.


Ma... Iniziamo!




Scheda tecnica:

Autore: June Hur 

Editore: DeAgostini 

Genere: Mistery

Voto: ⭐⭐⭐⭐⭐




Trama: Essere figlia illegittima nella Corea del 1700 significa non avere futuro. E infatti nessuno scommetterebbe su Hyeon, diciotto anni e una passione per la medicina. Neanche chi l'ha messa al mondo. Eppure, la sua determinazione la porta fino al palazzo del principe, dove trova lavoro come infermiera di corte. Non diventerà mai medico, certo, perché è solo una donna, ma se non farà troppo rumore forse riuscirà a ottenere almeno il rispetto di suo padre. Nel palazzo, però, niente è come sembra. Jeongsu, la sua mentore, la mette in guardia fin da subito: i pettegolezzi possono essere pericolosi. Possono esplodere... In una sola notte vengono assassinate quattro donne, i loro corpi sono rinvenuti nell'ambulatorio di Jeongsu. Nessuno ha visto nulla, ma per la polizia trovare un capro espiatorio tra le donne non è difficile. E Jeongsu la colpevole. E merita la morte. Hyeon è certa che la sua amica non abbia commesso quegli omicidi ed è intenzionata a provarlo. Anche se per farlo potrebbe attirare su di sé il biasimo di tutti. Ricostruire i fatti che hanno portato al massacro, però, è più pericoloso del previsto e nemmeno la strana alleanza che Hyeon stringe con Eojin, giovane ispettore dai modi autoritari e lo sguardo intenso, può proteggere la ragazza dalla rovina. Soprattutto perché... la scia di sangue non accenna ad arrestarsi. June Hur dà vita a un romanzo basato su fatti storici reali, l'inquietante storia di un Jack lo Squartatore coreano.




Parere personale: Quando mi sono approcciata alla lettura di questo libro ho avuto un po' paura che ci trovassimo di fronte ad una scopiazzatura del libro di Kerri Maniscalco: Sulle tracce di Jack lo Squartatore e che ne seguisse le stesse dinamiche.

Fortunatamente non è stato così, ma vi spiego tutto con calma.


La nostra protagonista, Hyeon, è la figlia illegittima di un nobile uomo e un'ex intrattenitrice.

Appartenente ad un basso ceto sociale, si impegna tanto a studiare medicina fino a diventare infermiera di palazzo.

Ma qui a palazzo i segreti sono tanti e tutti sono contro tutti.

Un giorno però, viene chiamata dalla moglie del principe per coprire la fuga di quest'ultimo fino a quando non sarà rientrato.

Poco dopo però Hyeon scopre che delle allieve della scuola in cui ha studiato per diventare infermiera sono state assassinate.

Che sia stato il principe? Hyeon inizia l'investigazione insieme all'ispettore Eojin.

Appena ho letto dell'accoppiata Hyeon- Eojin, ho subito pensato ad un coinvolgimento romantico.

Fortunatamente, a differenza della Maniscalco, la Hur non fa dell'amore il fulcro della storia, che resta relegato in un piccolo angolino.

L'investigazione è finalmente la parte centrale del libro ed insieme ad essa, delle tematiche importanti come l'approvazione di cui necessitano i figli da parte dei genitori e la contrapposizione tra vendetta e giustizia.


L'approvazione è tutto per Hyeon, che vede nel padre una figura autorevole da compiacere e lo stesso vale per il principe reggente, costantemente vessato dalle critiche del padre.

Questi due rapporti però hanno finali differenti, che dipendono anche dalle azioni dei due personaggi.

Per quanto riguarda la distinzione tra vendetta e giustizia, troviamo nella figura di Eojin la rappresentazione della giustizia, vuole trovare l'assassino di suo padre, ma sempre secondo la legge.

Diverso è il comportamento di un altro personaggio (che non posso spoilerare) che agisce secondo le proprie regole per vendicare un torto subito.


Il contesto storico in cui ci troviamo è la Corea del 1700 e l'imperatore e il principe reggente sono due figure davvero esistite, infatti l'autrice ce ne racconta di più a fine libro.

Detto questo però, penso che non serva essere conoscitori della storia coreana in quanto questa trama potrebbe adattarsi benissimo ad altri periodi storici e altri Paesi.

Inoltre va precisato che la vicenda narrata non corrisponde a fatti realmente accaduti.


La lettura è molto scorrevole, io ci ho messo due giorni per leggerlo tutto, non riuscivo a staccarmi dalle pagine perché la storia in sè è molto affascinante.

Soprattutto, come dicevo prima, l'investigazione è una parte centrale della storia con un finale che sinceramente non mi aspettavo e per questo mi è piaciuto moltissimo questo libro, per i suoi colpi di scena!

Vi assicuro che non vi pentirete di aver letto questo libro!



Ma voi che ne pensate? Fatemelo sapere nei commenti!


A presto,






Yely.





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